sabato, settembre 10, 2005

incubo


Mi trovo in una specie di albergo, ho in mano la mia macchina fotografica con il display acceso e un tizio anonimo, passando mi vede e dice "bella foto, posso vederla", e io gli do la macchina.
Allora lui dice ancora, scorrendole "che belle fotografie".
Mi dirigo verso le scale perchè al primo piano c'è la mia stanza, e lui mi segue.
La camera, che è uno spazio vastissimo, è completamente vuota, bianca e piena di gigantografie di miei primi piani, in un formato tipo tre metri per due, sospese al soffitto con un filo di nylon.
Lui non riesce a dire altro che "che bella, che bella, che bella", ma come se la cosa lo facesse sentire male, infatti comincia a girarle al contrario menre ci passa attraverso.
Osservandolo capisco che è il mio sguardo rivolto verso l'obiettivo, che lui sente rivolto verso se stesso, a farlo stare male, infatti girandole con rabbia sempre maggiore urla "non guardarmi, NON GUARDARMI, NON GUAAARDAAAARMIIII" finchè mi viene incontro, mi prende e mi stringe le mani attorno alla gola, e io ovviamente lo guardo come ogni vittima non può fare a meno di fissare il suo assassino, con il risultato che lui continuando a urlarmi di non guardarlo, stringe sempre più forte.
Al che mi sono svegliata in ovvie condizioni.


Non avevo neanche mangiato pesante.





?